FACEBOOK ....LO SHORT DI LUNGO PERIODO.. - King Know

Post Top Ad

Thursday, November 2, 2017

FACEBOOK ....LO SHORT DI LUNGO PERIODO..


È sui massimi di borsa..sconta crescita infinita..ma la fine dei social è un fenomeno appena nato..ma che si sta sviluppando rapidamente anche grazie a soluzioni meno lesive della privacy (vedi blockchain). Ma comprerei oggi una azione di facebook...non la shorterei neppure...ma alla prima occasione..al primo dato storto....il trend di crescita sarà invito...Magari non saranno proprio 2 anni, ok. forse ci vorrà qualche mese in più. Però che la fine di Facebook sia imminente è, almeno per me, ormai un dato di fatto. Lo attestano alcuni segni. Eccone alcuni:

1. Gli utenti non postano più (o postano sempre meno)
Alcuni se ne sono già accorti, gli utenti di Facebook postano sempre meno informazioni personali e tendono a (ri)postare sempre di più notizie che provengono dai media mainstream. Fateci caso: i vostri newsfeed sono sempre più saturi di contenuti ripostati dagli utenti e creati ad hoc da media companies per essere consumati velocemente ed attrarre la vostra attenzione (prevalentemente video). La sola eccezione alla regola di cui sopra sono i contenuti satirici o di politica, entrambi argomenti in grado di catalizzare o polarizzare l’attenzione, scatendando commenti o polemiche.

2. Le aziende non investono (quasi) più per ingaggiare gli utenti su Facebook
Fino a qualche anno fa, l’idea di fare un “virale”o un contenuto “shareabile” era l’ossessione costante dei marketing aziendali. Il like era diventato uno strumento di misurazione fondamentale del successo della propria iniziativa di marketing. Da lì è nato quindi un fiorire di url, pollicioni di svariate forme ed inviti a fare like ovunque.

Sulle vetrine dei negozi, sulle scatole di scarpe, dal parrucchiere, dal panettiere, sugli spot pubblicitari, su quelli radio… ovunque girassimo lo sguardo, si vedeva (e spessosi vede ancora) il pollice azzurro. E anche le aziende ci si erano buttate. Investendo molto per creare pagine ad hoc per i propri prodotti e per animarle con contenuti ingaggianti.Poi, passato l'entusiasmo iniziale, si è iniziato a capire una cosa fondamentale. Si è capito che l’MROI (il marketing return over investment) di queste iniziative era quasi vicino a zero. Si è capito, più profanamente, che un liker non è un cliente.

Che ci sono mille ragioni per fare like ad un post o ad una pagina, ma raramente queste coincidono con quelle che spingerebbero il liker in questione a comprare. Oggi giustificare il ROI di una campagna Facebook è sempre più difficile. Questo al netto di tutte le piattaforme ed i sistemi che consentono di farlo. Il punto è che la community di facebook, che sembrava uno specchio del paese, assomiglia sempre di più ad un gruppo di fruitori di un feed aggregator che amano guardare, essere intrattenuti. Ma sono sempre meno disposti a cedere qualcosa in cambio.

E questo ci porta la terzo punto.
3. Facebook ha bisogno che gli utenti postino. E li invita a fare sempre di più.
lo avete notato? Sicuramente si. Ogni due per tre facebook ci propone di postare qualcosa. Sia esso un vecchio post, una foto, un augurio di compleanno…Come ha capito benissimo Chiara Severgnini in un illuminante articolo ciò accade proprio perchè la gente ha drasticamente ridotto la propria percentuale di attività sulla piattaforma. In altre parole, non posta più. E cosa te ne fai di un miliardo e 700 milioni di utenti che non postano o fanno like su nulla e passano il loro tempo a chattare o leggere contenuti postati da Cnet, the Verge o Corriere.it? La crescente inattività degli utenti Facebook è una vera e propria disgrazia per il povero Zuckerberg.Serve un rimedio. E così via di giornate del sorriso, ricordi, giornate della pace, dell’amore ecc… Qualunque spunto viene offerto agli utenti per dire qualcosa e produrre contenuto originale e gratuito, che aiuti la piattaforma più popolare del mondo a fare quello che le permette di vendere: profilare i propri utenti, sapere chi sono, dove vanno, cosa mangiano, cosa gli piace e cosa no... Infatti, se tu smetti di postare, di fare like, di caricare foto, di fare check-in ed invece ti limiti ad utilizzare facebook per chattare con i tuoi amici, per Zuckerberg smetti di essere una fonte di reddito e diventi un costo.
Ma quanto può durare questo modello? Per l’appunto, io penso che questi e altri segni siano indicativi di un fenomeno destinato a crescere e che in (forse) due anni metterà in crisi il modello facebook, obbligandolo a riflessioni profondissime che lo porteranno se non a morire a diventare qualcosa di radicalmente diverso.

No comments:

Post a Comment

Post Top Ad